lunedì 8 dicembre 2008

La "questione morale" in Italia è l'aumento della forza del denaro.

Inutile girarci intorno.
I fatti recenti ,che vedono implicate giunte del centrosinistra italiano in processi,scandali,dimissioni,ecc.,aldilà delle loro differenze hanno un tratto unificante.
Il rinvio alla dimensione dell'economia e dei soldi .
Sono i capitali privati nella sanità pubblica in Abruzzo,i soldi delle costruzioni in Sardegna,i soldi del ciclo dei rifiuti di Napoli,i soldi dell'urbanistica a Firenze.
Che siano i privati a cercare di corrompere per entrare nei business,i politici a chiedere per i loro "costi" o vantaggi personali,la criminalità che infiltra o condiziona,poco importa.
La potenza e pervasività del denaro travolge chi s'illude di gestirlo e rompe tradizioni,relazioni,culture,contesti sociali.

Assessori,sindaci,governatori;la classe politica si confronta più che mai coi soldi degli appalti o delle speculazioni e ne esce ammaccata.
L'unico rimedio,forse,sarebbe una politica che mettesse il potere di condizionamento del denaro sotto quarantena,neutralizzandolo.
Dovrebbe predicare valori diversi alle persone,praticare stili e tenori di vita differenti,distribuire diversamente la ricchezza fra tutti,combattere il culto e la cultura del soldo e della sua importanza,denunciarne l'avanzata nelle anime come nelle televisioni,nelle fabbriche come nelle cooperative,nello Stato come nei comuni.
Insomma,davvero un'altra politica.
Ma chi ha i mezzi, la volontà ed il coraggio necessari per guastarsi i rapporti coi capitali e gli emissari del Dio Denaro?

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