sabato 20 dicembre 2008

Tremonti attacca Draghi : scontro fra profitti e rendite per avere i soldi per la crisi

Un mese fa parlammo della scandalosa decisione del G20 di lasciare Mario Draghi al suo posto come presidente dell'FSF (organismo per la stabilità finanziaria..),dato che c'era già dal 2006 e non allertò seriamente sui prodotti finanziari bidone e la gigantesca crisi veniente.
La cosa non fu ripresa da nessuno.
Fino a ieri,quando Tremonti se n'è uscito con un duro attacco a Draghi ,sbertucciandone a mezzo stampa l'incapacità predittiva e bollandolo come appartenente al "blocco finanziario" ,contrapposto all'economia reale.
Ha rincarato la dose dicendo che è "demenziale" stare ad ascoltare gente simile , e che i "regolatori" come Draghi sono falliti.
In sintesi, quasi un servo incapace (o peggio ancora,complice..) della rapacità dei grandi capitali speculativi.
Questo l'ha detto ieri il ministro italiano dell'economia al presidente italiano della Banca D'Italia.
Mica bruscolini.
Tanto che Berlusconi s'è sentito in dovere d'intervenire subito nascondendo l'incendio con un velo e negando contrasti, ma l'odore di bruciato è forte.
E tanto che il numero uno della BCE,Trichet,è sceso in difesa di Draghi.
Ma Tremonti sulla crisi e il ruolo dell'FSF ci vide lontano già da Aprile.

Dietro questo scontro fra giganti, in realtà, c'è l'aspra lotta delle diverse fazioni della ricchezza di fronte alla crisi e ai soldi da spartirsi per essa.
Scontro fra rendite finanziarie e profitti d'impresa;chi resta fuori non rappresentato è il lavoro.
Draghi e simili, con un ruolo oggettivamente più odioso, a difendere la stabilità dei grandi capitali finanziari mentre le fabbriche licenziano a raffica e negli USA il senato nega gli aiuti all'auto intanto che i banchieri si bevono centinaia di miliardi di dollari,assurdità da far rimpiangere Stalin .

Rendita e profitto stanno aprendo il conflitto fra loro,e se non è una perversa messa in scena,è una cosa serissima.
Di solito da cosucce così partono i totalitarismi e le guerre...

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Quelli che hanno sbagliato prima, non hanno diritto di pontificare.
Oggi pontifica chi risulterà domani aver sbagliato oggi (vero Tremonti tu la social card e il vincolo del rapporto deficit/pil?).

Roberto ha detto...

Draghi quello del Britannia e della svendita dei beni pubblici italiani alla finanza anglo americana.

Tremonti quello dell'apertura ai derivati per gli enti pubblici nella finanziaria 2002 e della privatizzazione dell'acqua.

Ma impiccatevi assieme nello stesso albero.

Anonimo ha detto...

@Pensatoio
Naturale,ma è necessario risolvere le diverse posizioni dentro le fazioni per leggere quel che succede e succederà...la Fiat è incazzata perchè chiede soldi per gli ammortizzatori mentre Draghi ha appena finito di chiedere altri miliardi per banche/finanza,il nodo è lì..

@Roberto
OK,ma oltre a sfogarci ci piace capire quel che succede per agire meglio il cambiamento,per quel che si potrà...

Anonimo ha detto...

Quello che mi preoccupa non è l'ostinato voler sopravvivere di questo vecchio e malato capitalismo, ma il modo in cui lo Stato e i poteri forti tentano, per i propri interessi, di tenere in vita il capitalismo a danno di noi poveri cittadini

il Russo ha detto...

Tremonti? Quello che a inizio 2001 parlava della globalizzazione come benessere inevitabile e ora fa il no global alla Bovè? Ma stia zitto e tornasse a fare il commercialista a Pavia...

Anonimo ha detto...

@Salvatore
Che poi le 2 cose coincidono anche un pò...

@Russo
E certo,solo che anche il Draghi dell'internazionale finanziaria non è uno stinco di santo : diciamo che è una bella lotta fra orchi ma di fazioni differenziate,e seguirne gli sviluppi da la misura di quello che poi ci capiterà nella vita pratica.
Perchè,a seconda che vinca una fazione o l'altra, diverse saranno le porzioni di capitali destinate a salvare banche,remunerazioni azionarie o mutui,oppure a dare più soldi per la cig,la formazione o la disoccupazione.
In questo secondo caso,più "tremontiano",siamo ad una poplitica più vicina alla gente,anche se in senso populistico e sempre con privilegi ad aziende e profitti,senza nominare poi la spinta a protezionismi e nazionalismi.
Insomma,è bello sapere da prima se si morirà nella padella o nella brace...ciao.

Roberto ha detto...

Fino a 2 anni fa le banche macinavano utili record e di soldi per la povera gente ed i lavoratori non ce n'erano.

Oggi che gli è scoppiata la bolla dei derivati in mano bisogna rastrellare soldi pubblici perchè altrimenti, dicono, la gente perderà i propri risparmi.

Un ministro del tesoro sano e con le palle uscirebbe da questa logica perversa facendo quello che c'è da fare:

- lasciar fallire le banche marce
- utilizzare i soldi pubblici per risarcire i correntisti
- stanare gli hedge found nascosti nei paradisi fiscali
- soprattutto pretendere una svolta di politica monetaria consistente nell'innalzamento drastico della Riserva Obbligatoria (almeno al 30%) ed un contemporaneo aumento della base monetaria.

Ma il signor Tremonti è servo dei poteri forti (come i suoi predecessori) e possiamo stare tranquilli che non farà niente di tutto ciò.

Buon Natale a tutti.